Laggiù tra i ghiacci, il freddo e nella vecchia URSS, precisamente a Dvirkivščyna, nasce Andriy Shevchenko esattamente 39 anni fa…
Andriy ha sempre lottato sin da piccolo dovendo trasferirsi a Kiev e poi scappare per il disastro nucleare di Cernobyl. In tutta questa confusione il piccolo ucraino ha sempre avuto una passione: il pallone e viene notato alla Dinamo Kiev che lo fa entrare nelle giovanili.
Sin da subito ha dimostrato di saperci fare e di avere un grande fiuto del gol con la squadra della capitale ucraina e tra il 97 e il 98 viene notato da tutta Europa: la partita che lancia Shevchenko è Barcellona-Dinamo Kiev dove gli ucraini vinsero 4-0 con 3 gol di Andriy.
Sotto la guida dell’allenatore Valeriy Lobanovskyi, ha segnato 106 gol complessivi, vincendo 5 Campionati ucraini consecutivi, 3Coppe d’Ucraina, la classifica cannonieri della Champions League nel 1998-1999, del campionato nel 1998-1999 e due volte della coppa d’Ucraina nel 1995-1996 e 1997-1998 e arrivando 3 al pallone d’oro del 1999.
In quell’estate passa al Milan e ne capoluogo lombardo si consacra come leggenda: 1 Coppa Italia, 1 Campionato, 2 volte capocannoniere del torneo, 1 supercoppa, 1 Champions League (primo ucraino a vincerla) 1 supercoppa europea, Pallone d’oro e cannoniere della Champions.
Andriy Shevchenko è considerato uno dei più forti attaccanti d’Europa e il bomber ucraino migliore di sempre: Forte, con una velocità impressionante, destro e sinistro micidiali da qualsiasi distanza, la freddezza sotto porta, l’essere al posto giusto nel momento giusto ed il grande spirito di sacrificio. Shevchenko, infatti, è uno dei primi attaccanti a giocare in tutto il campo e a tornare in difesa a dare una mano.
Dopo l’esperienza rossonera va al Chelsea per seguire la moglie e lui, da gran signore, non lo nasconde e i tifosi del Milan lo ameranno per sempre lo stesso: a Londra non brilla e in due anni torna tra le braccia della sua Milano, in prestito, ma il club aveva puntato su altri giocatori, come Pato, e fece molte panchine. A fine stagione tornò a Londra ma decise di non restare e tornò a casa: tornò alla Dinamo Kiev.
Qui fece 3 stagioni abbastanza buone e decise di ritirarsi nel 2012.
Noi italiani, qualunque sia la nostra squadra del cuore, dobbiamo essere onorati e fortunati per aver visto nel momento migliore, al suo apice, al suo massimo splendore calcistico lui, Andriy Shevchenko, l’usignolo di Kiev.