Ti sognerò la notte, quando il silenzio sembrerà un po’ meno pesante, quando il vuoto delle parole riposerà su un freddo cuscino. Ti parlerò di quanto mi manchi, di quanto brucia la tua assenza, come quella volta che sono caduta dalla bicicletta e il dolore delle ferite mi annebbiava la vista, in quel momento potevo urlare e piangere davanti a tutti, tanto c’era papà ad abbracciarmi e a portarmi via, permettendomi di nascondere il viso bagnato dalle lacrime tra le sue forti spalle. Vorrei fosse così anche questa volta, invece adesso sono grande e non posso più mostrarmi indifesa agli occhi degli altri perché devo essere io quella forte. Eppure non mi sono mai sentita così tanto piccola e insignificante. Vorrei sparire nel nulla e pregare che sia solo un incubo, uno di quelli brutti, poi chiudere gli occhi e riaprirli nel mondo reale, quello in cui ci siete voi lì al mio fianco. Allora tirerei il più grande dei sospiri di sollievo. Ho chiuso tante volte gli occhi, ma ogni volta che li ho riaperti era sempre tutto così maledettamente uguale: l’incubo era diventato realtà.
Non è poi così semplice fingere che vada tutto bene, sorridere e mostrarsi forte davanti a tutti. Mi ritrovo per l’ennesima volta a dover ricacciar fuori dall’armadio quella vecchia e polverosa maschera, tanto bella quanto fragile, pronta ad adattarsi alla circostanza che più le si addice.
Ti racconterò di tuo fratello, di quanto grande era la gioia della sua attesa, tanto quanto il dolore della sua perdita…se adesso fosse vivo avrebbe poco più di un anno, sono sicura che sarebbe un bambino bellissimo. Anche lui adesso sarebbe lì con noi ad aspettarti, sarebbe così contento di vedere la gioia che riempie i nostri cuori perché ci brillavano sempre gli occhi quando parlavamo di te. Eppure non ci siete. Siete dovuti andar via ancor prima di essere pienamente voi. Darei l’anima per potervi parlare, abbracciare…forse ho sognato troppo ad occhi aperti. Ho desiderato così tanto, con tutta me stessa, di avervi qui con me. Non riesco ad accettare l’idea di non sapervi bene, felici con me. Vi avrei insegnato tutto quello che so. Vi avrei fatto ridere tantissimo, dicono sempre che sono un po’ pazza, sono sicura che vi sareste divertiti tanto a vedermi, e il suono delle vostre risa sarebbe stata la melodia più dolce al mondo, che mi avrebbe accompagnata nei momenti più difficili della mia vita. Eravate l’unica certezza che avevo in questo periodo così pieno di dubbi, l’unico punto fisso che riuscivo a vedere, come due stelle luminose che emanavano una luce così forte nel più oscuro dei bui. Vi ho sognato stanotte, i vostri tratti non erano perfettamente lineari ma confusi, vi siete avvicinati a vostra madre, le avete dato un bacio e siete volati via. Adesso la sola cosa di cui sono certa è che non vi dimenticherò mai, che sarete sempre nei miei pensieri. E nei miei sogni. Quelli belli, di cui non parlerò a nessuno perché non avrò mai avuto niente di così profondamente mio, e dovrò custodirli come il più prezioso dei diamanti. Vi ritroverò negli occhi dei vostri genitori e in quelli dei vostri futuri fratelli, gli racconterò di voi e di quanto speciali eravate anche se non avete avuto l’opportunità di vivere. Non vi perderete nella magia di una luna incantata, non ballerete sotto la pioggia e non assaggierete il tepore di un sole primaverile. Ma forse, chissà, siete in un posto migliore di questo adesso, privo di egoismo e crudeltà. Spero che per quanto povere e inutili, queste parole vi arrivino in qualche modo a me sconosciuto, che ogni tanto pensiate alla vostra zia che vi porta con sé in ogni secondo come il più dolce e triste dei ricordi. Forse un giorno potrò abbracciarvi e dirvi queste cose di persona, magari in un sogno, quando le parole avranno trovato la loro pace e riposeranno su un cuscino un po’ più caldo.