Il 95% della psicologia pensa che noi siamo figli della nostra storia e del nostro passato. Questo è veramente assurdo. Cosa ne penserebbero Yung, Silesio, Bashlard di questa realtà attuale?
Per fortuna gli psicologi, psicoterapeuti e psichiatri di Riza affermano che le cause non esistono e che non hanno alcun significato. Così l’esordio del disturbo non ha alcun significato. Bisogna smetterla di dirsi: “Sto male perché lui mi ha abbandonato”. Sto male… Questo è vero: la causa non la voglio sapere.
Il numero attualmente in edicola della rivista di Riza Psicosomatica, “Scegli di essere felice”, è il manifesto del modo che gli esperti di Riza hanno di vedere la cura di noi stessi. Hanno elencato le tecniche, gli esercizi, che sono fondamentali per spostare lo sguardo da quello che crediamo sia il trauma della nostra ferita, come per una paziente dovette superare un abbandono.
La paziente citata nel libro, via via che entrava nello stato sognante, via via che chiudeva gli occhi e immaginava una fiaba, via via che era sempre più immersa nelle pulizie di casa, le arrivavano veri e propri attacchi di felicità.
Dobbiamo scegliere se ragionare sui dolori, che non fa che aggravarli, oppure dare spazio alle Immagini.
Il vero “compito” di ogni persona è quello di riuscire a stare con se stessa producendo la maggior quantità di felicità possibile. Ci sono energie nuove che si formano incessantemente al nostro interno e che ci portano automaticamente a incontrare la felicità, se abbandoniamo i luoghi comuni e le convinzioni inutili e adottiamo l’atteggiamento mentale giusto per contattarle. Al contrario, quando siamo scontenti recitiamo sempre lo stesso personaggio, e così i nostri problemi, i problemi di tutti, sono sempre uguali… C’è dentro ognuno di noi un immagine sconosciuta che sa curarci al meglio, se smettiamo di cercare di correggerci, di sobbarcarci fardelli che non sono nostri, di dirci come dobbiamo essere. La felicità non nasce da alcun motivo esterno, non dai soldi, non dalla fama o dal successo, ma solo dalla capacità di stare con se stessi così come si è, senza dirsi nulla….
Il Dott. Raffaele Morelli ricorda che:
«La felicità viene dall’assenza di pensieri, dalla perdita del senso del tempo, dall’abbandonarsi alle cose come sono e dal compiere azioni spontanee. Siamo tristi caricature quando riempiamo la mente di immagini ingannevoli, quando “cerchiamo di cogliere il fiore che non c’è”. Crediamo erroneamente di dover cambiare, di dover essere simili agli altri, di poter vivere vite diverse da questa: “Se avessi…, se fossi…”. Così restiamo nell’illusione, vediamo solo fiori che non ci sono. Non guardare fuori di te, resta immerso nelle azioni che fai; in questo modo una magia irrompe nella tua vita e ti regala la felicità che viene dal fiore che non c’è, quello che sboccia dalla tua essenza interiore»