Oggi, 3 Ottobre è il compleanno di un giocatore particolare, a volte fuori dagli schemi, con un carattere difficile, a volte esuberante e fuori controllo, sicuramente un giocatore unico.
Zlatan Ibrahimovic compie 34 anni.
Il piccolo Zlatan nacque a Malmo, una città della Svezia, da padre bosniaco e mamma croata. Sin da piccolo ha avuto la passione per il calcio ma anche per le arti marziali (infatti è diventato anche cintura nera di taekwondo).
Ha sempre dimostrato di essere un passo avanti a tutti e non lo nascondeva: durante una partita, all’età di dieci anni, Zlatan gioca nella squadra del Balkan, nella categoria dei ragazzi due anni più grandi di lui: in una partita contro la squadra del Vellinge parte dalla panchina. Alla fine del primo tempo il Balkan perde 4-0 e Zlatan entra in campo nella ripresa: è lui a segnare gli 8 goal del risultato finale 8-5. Il Vellinge protesta sollevando l’accusa che Zlatan sia più vecchio del limite di 12 anni: è stato necessario mostrare il certificato di nascita per convincere gli avversari e addirittura stupirli, provando loro che il ragazzo era addirittura due anni più giovane.
Tre anni dopo, nel 1995 entra nelle giovanili del Malmo e nel 1999 in prima squadra. Zlatan è rimasto molto legato a questo club e ha detto che vorrebbe concludere qui la carriera.
L’ambizioso svedese dichiarò che presto sarebbe andato via dalla Svezia: nel 2001 ,infatti, passa all’Ajax dopo aver rifiutato l’Arsenal di Wenger con l’ormai storica frase “Ibra non fa provini”.
Ad Amsterdam esplode la forza di Ibra: è una macchina da gol che segna con qualsiasi cosa, anche con acrobazie colpi di tacco o siluri imprendibili, da qualsiasi distanza e sa prendere in mano la squadra come un vero leader e la sua prestanza fisica lo rende ancora più forte e difficile da marcare e tenere (ad oggi è alto 1,95m e pesa 95 kg).
Questo suo strapotere fa impazzire mezza Europa e nel 2004 passa alla Juventus: in Italia si trova davvero bene e continua a mostrare giocate da fuoriclasse con gol al limite dell’impossibile.
Dopo lo scandalo Calciopoli passa all’Inter e anche a Milano da spettacolo e si toglie altre soddisfazioni.
Nel 2009 passa al Barcellona che sta cambiando il calcio con il suo “Tiki Taka” Ibra vuole a tutti i costi vincere la Champions League e pensa che Barcellona sia la piazza giusta… Ma, a volte, il destino è beffardo: quell’anno il Barca viene eliminato proprio dall’Inter che vincerà la Champions.
Nello spogliatoio blaugrana il gigante di Malmo è messo in disparte per fare spazio al megnamino di casa, Messi. Ibra non ci sta e litiga con l’allora tecnico Pep Guardiola e dopo un anno torna in Italia, al Milan.
Milano è una città che ha fatto tanto bene ad Ibra coi colori nerazzurri e anche coi rossoneri i titoli arrivano: dove lui va si vince, c’è poco da fare, è straordinario…
Dopo il mancato scudetto, però, il Milan decidere di cedere lui e Thiago Silva al PSG, squadra francese acquistata da uno sceicco.
Anche qui Ibra vince ma sempre a livello nazionale: quella Champions non vuole arrivare, è maledetta!
Questa sua mancanza gli ha impedito di non vincere, ancora, il Pallone d’Oro.
Anche il mondiale è un ostacolo ostico ma la Svezia non può competere a livello di nazionale con le altre realtà europee ma chissà… Ibra potrà sempre sorprendere.
C’è da evidenziare che, però, ovunque Zlatan sia stato quella squadra ha cambiato volto, è diventata ancora più forte, cattiva, orgogliosa e desiderosa di punti e trofei… Proprio come Ibrahimovic.
Attualmente non esiste un giocatore come lui, con la sua prestanza fisica e forza, con le sue uscite fuori dagli schemi, con il suo carisma, con la sua consapevolezza di essere forte, forse il più forte… Perché quando dici “i mondiali senza di me non ha senso guardarli” e nessuno ti contraddice sai di essere una leggenda e un giocatore straordinario.
Il fatto poi che abbia girato tutta Europa è qualcosa di affascinante: ha sempre trovato un posto dove dare spettacolo, dove far vedere chi è Ibra e chi lo ha visto giocare se n’è innamorato.
Un giocatore così o lo ammiri o lo invidi: chiamatelo pure zingaro ma quando ve lo troverete davanti vi renderete conto della sua grande forza e gli porterete il rispetto che merita.
Perché per essere una leggenda non devi per forza aver vinto la Champions, un mondiale o un pallone d’oro, no se sei Zlatan Ibrahimovic.